a cura di Graziano Menolascina
Prima della storia, della nostra storia, sembra che il mito ci proponga un antecedente speculare in Edipo. Il bambino deve essere nascosto e protetto ad arte dalla vista del padre. La sua culla, sospesa a un albero affinché il piccolo non sia né in cielo né in terra né in mare, è esattamente al centro di un doppio cerchio: quello interno della nutrizione e quello esterno della musica e della danza. Noi abbiamo perduto il gusto di lasciarci andare alla festa, all’arbitrarietà e alla bizzarria, e non vogliamo far altro che istituirci? Almeno una volta? Perché no! In certi casi, una volta per tutte, non possiamo prendere le parti, non della verità (che non è nemmeno mutevole), ma degli errori e delle illusioni, e assumere con entusiasmo il nostro ruolo di ballerini ubriachi? Nel giorno della grande festa faremo uscire dalle nostre teste, come giocolieri cinesi, le sciarpe brillanti delle incongruità per addobbare le nostre dimore, nell’allegro scampanare della fiera delle equivalenze e delle incongruità? Sin dall’inizio della sua avventura artistica, Pino Pascali rivendica delle posizioni anticulturali. Egli insorge in maniera radicale contro la pittura ufficiale, se la prende con la sacralizzazione della figura dell’artista, si rivolta contro i rappresentanti degli ambienti artistici omologati. Stando alle sue affermazioni, la cultura impoverisce, soffoca, livella, genera tenebre: per dirla in altri termini, la cultura è asfissiante. Pascali ha la ferma intenzione di fare tabula rasa dei valori consolidati e di liberarsi della tradizione artistica.
Egli affronta la creatività in un clima festoso e gaio, celebrando “arbitrarietà” e “bizzarria”, giocando di volta in volta con l’azzardo e l’invenzione, sempre alla ricerca di modalità espressive portatrici di forze artigianali, cercando di tracciare una nuova strada per l’arte. Pino Pascali presta un’attenzione speciale ai disegni infantili. Il suo interesse si colloca certamente sulla scia della ricerca primitivista che ha caratterizzato l’inizio del ventesimo secolo nei paesi occidentali, ma fa anche profondamente parte di rivendicazioni personali, inserendosi nella sua estetica della sovversione. Le numerose figure di uomini e animali assomigliano alla rappresentazione elementare e allo schematismo tipico delle creazioni infantili. Le anatomie e le fisionomie fantasiose, le sproporzioni, la trasparenza degli esseri viventi, la dimensione simbolica dei personaggi in proporzione alla loro importanza (affettiva o intellettuale) costituiscono caratteristiche tipiche dei disegni dei bambini.
FORMATO 24 X 22 CM | BROSSURA
ISBN 9788899928568 | PAG. 48 | EURO 20,00
COLLANA: Tempora
USCITA: gennaio 2020
TARGET: arte moderna e contemporanea
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