“C’è un luogo nell’Italia del Centro, tra le alte montagne, celebre e in molte regioni famoso: le Valli d’ansanti. Tutt’intorno stringe l’oscuro confine di un bosco denso di ricco fogliame, nel mezzo un torrente impetuoso manda sonanti fragori di sassi e frenetici gorghi. Qui si mostra un’orrenda spelonca, spiraglio del crudele Dite, un baratro immenso, dal quale s’immerse Acheronte, apre mefitiche gole: laggiù scomparve l’Erinni,nume odioso e di sé liberò il cielo e la terra” (Virgilio, “Eneide”, libro VII)
“Salvatore Esposito, amico fotografo, tempo addietro mi invitò a conoscere un luogo, Mefite, dove non ricordavo di essere mai stato. Mi invitò ad andarci perché, disse, stava svolgendo un lavoro di indagine fotografica e di fotografia in ‘movimento’ su quel territorio. Mi mostrò il lavoro, che trovai svuotato di qualsiasi enfasi e concessione narrativa per il tema trattato:
animali morti per avvelenamento dai gas e dalle acque presenti in loco. Mi colpì soprattutto, inoltre, la perentorietà della ripresa diretta e schiacciata sul soggetto, senza orizzonte. Una fotografia ‘oggettiva’, ma profondamente partecipata, indagatrice di un luogo del ‘crimine’. La mefite visitata è nel territorio di Rocca San Felice, Avellino” (Antonello Scotti)
Salvatore Esposito
Mefite
formato 24×17 cm. | brossura
isbn 9788899928148
pag. 24 | euro 20,00
target: appassionati di fotografia
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