Sinossi «Il viaggio visivo di Roberto Della Noce è l’incontro/scontro della razionalità che prova ad imprigionare il desiderio di bellezza. Le vetrine sono i luoghi in cui viene codificata la nostra vanità, dove il nostro bisogno di piacere e di essere accettati trova la sua consacrazione. Il fotografo trova nel mito di Eco e Narciso una sua verità ed una sua attualità. La fotografia, che nell’Ottocento viene definita “lo specchio della memoria” poiché rende permanente l’immagine riflessa sul vetro smerigliato della camera obscura, realizza, quindi, il sogno di Narciso di poter contemplare la propria immagine, anche se questa sarà la causa della sua morte. Eco e Narciso sono tragicamente uniti nella ricerca del bello. Il loro amore non è mai diventato realtà, è rimasto solo desiderio; un desiderio per entrambi inappagato.
È uno sguardo attento quello di Roberto, perché riesce a perdersi nei giochi di luce per ritrovare giochi compositivi e cromatici di grande forza ed efficacia. La sua è una ricerca sulla personalità narcisistica. Le vetrine diventano metafore delle tante persone che, alla ricerca di una bellezza convenzionale e stereotipata, vivono un’immobilità emotiva senza riuscire a sentire le risonanze profonde della vera bellezza. Narciso vive nel vuoto compiacimento di sé, incapace di accorgersi dell’amore di Eco. La lama tagliente dello sguardo dell’artista prova a penetrare l’apparenza dei riflessi, lasciando che la superficie diventi impronta del profondo.
Noi spettatori siamo invitati a prendere parte a questo gioco di specchi, a perderci nei riflessi e nelle trasparenze; siamo invitati a partecipare, essere protagonisti, a immergerci nel mondo di Roberto. Anche noi viviamo la condanna di Eco di amare e non essere amati».
Luca Sorbo
Profilo biografico
Roberto Della Noce (Napoli, 1966) si avvicina alla fotografia per passione nel 1983; è fotografo professionista dal 1990. Nei primi anni predilige la fotografia geografica, pubblicando sulle maggiori riviste di settore. In seguito si occupa, oltre che di fotografia di viaggi, anche di teatro, pubblicità, architettura e riproduzioni d’arte. Ha esposto lavori derivanti da reportage in diverse personali e alcune collettive, preferendo la commercializzazione delle opere per usi editoriali, pubblicitari e per cataloghi d’arte.
La ricerca personale negli ultimi anni si è incentrata sui riflessi e sull’attenzione che si pone all’osservazione su più livelli. È cosi maturata la personale “ECO”: fotografie curate in un’estetica figlia della loro imperante vanità.
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